L’ Università di Trento e quella di Bristol in Gran Bretagna sono riuscite a realizzare un dispositivo in grado di produrre una luce purissima, ideale per svolgere questo lavoro e per implementare potenti e complessi sistemi di calcolo. Tutto il lavoro realizzato dalle due università è stato descritto sulla rivista Nature Communications ed è anche stato depositato il brevetto di questo nuovo dispositivo, in grado di produrre una grande quantità di fotoni. L’invenzione ovviamente è di proprietà di tutte e due le importanti istituzioni scolastiche. Il chip, ottenuto da questa collaborazione Italia – Gran Bretagna, è una sorgente di particelle di luce, i fotoni, che rappresentano un Qubit , la più piccola informazione quantistica, necessaria al funzionamento dei computer quantistici. Questa nuova generazione di calcolatori può svolgere calcoli molto complessi e superare di molto le capacità di quelli che siamo abituati ad usare oggi. Questi nuovi supercomputer offrono la possibilità di elaborare grandi quantità di informazioni e sono lo strumento migliore per risolvere problemi molto complessi. Possiamo dire che con questa scoperta Italia e Gran Bretagna hanno portato una nuova luce di speranza per lo sviluppo delle tecnologie del futuro.