La caduta del muro

    “La vita senza il Muro pone soprattutto questa domanda: riusciremo a vivere senza un nemico?”

-Peter Schneider-   

  Quasi alla fine della seconda guerra mondiale, con la conferenza di Jalta,  le grandi potenze vincitrici hanno deciso di dividere Berlino in quattro zone di occupazione diverse. La Germania era ormai spaccata in due, controllata ad Ovest dagli Alleati e a Est dall’Unione Sovietica. La capitale tedesca si trovava completamente nella parte sovietica, ma le tre zone controllate da Francia, Regno Unito e Stati Uniti erano in pratica parte della Germania Ovest. La situazione era complessa e le quattro potenze cercavano una soluzione al problema ma, soprattutto, erano gli albori della Guerra Fredda.

  All’inizio le persone potevano muoversi liberamente in tutta Berlino ma piano piano le cose sono cambiate. Il confine tra Germania Est e Germania Ovest è stato chiuso nel 1952 ( mille novecento cinquantadue ) ma la ex capitale tedesca restava occupata da tutti i vincitori. Nel 1958 ( mille novecento cinquantotto ) Francia , Regno Unito e Stati Uniti hanno deciso di affermare il loro diritto a restare nella città. Le tre potenze mantenevano il controllo delle loro aree e creavano così una vera e propria città libera, collegata al resto del mondo come una enclave della Germania Ovest nel territorio della Germania Est.

  In questo clima teso da Guerra Fredda era alto il numero di persone che voleva fuggire dalla parte Est, per non restare prigioniere del regime comunista o per riunirsi con le loro famiglie nella parte Ovest. Circa due milioni e mezzo di tedeschi sono fuggiti nella zona occidentale tra il 1949 (mille novecento quarantanove) e il 1961 (mille novecento sessantuno).

  L’Unione Sovietica a questo punto decide di costruire un argine a questi spostamenti, preoccupata dalla situazione precaria della città e da questo esodo di persone. Nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961 (mille novecento sessantuno)  i sovietici iniziano improvvisamente la costruzione di un muro sotto gli occhi impotenti delle tre potenze occidentali. Mosca è decisa e vuole separare la zona sotto il suo controllo dalle zone occupate da Regno Unito, Francia e Stati Uniti.

  La ferita sul suolo e nel cuore dei tedeschi è ormai aperta, la Germania sanguina e insieme a lei tutto il mondo. In una sola notte intere famiglie vengono divise e interi popoli si allontanano sempre di più nel cuore dell’Europa. Inizia così una tragedia lunga 28 (ventotto) anni che ha scavato un solco profondo tra i popoli di tutto il pianeta.

  In poco meno di 30 (trenta) anni 5000 (cinquemila) abitanti di Berlino Est sono riusciti a raggiungere Berlino Ovest con fughe disperate a rischio della vita. Circa 200 (duecento) cittadini Berlinesi sfortunati, invece, sono stati uccisi, mentre scappavano, dai loro stessi fratelli tedeschi messi a guardia del grande muro.

  Berlino e i tedeschi hanno pagato un tributo altissimo nel tribunale della storia per gli sbagli commessi nel passato, ma la spaccatura della città è stata un simbolo di divisione per l’intero pianeta, per vincitori e vinti. Una ferita che è restata aperta per anni, fino a quando il desiderio di unità delle persone ha messo fine a questa lunga tragedia. 

  La sera del 9  (nove) Novembre 1989 (mille novecento ottantanove) migliaia di berlinesi della Germania dell’Est (DDR) hanno invaso le piazze e inondato le strade per raggiungere i valichi con Berlino Ovest ed entrare finalmente nella parte occidentale della città, dopo quasi tre decenni di separazione.

  Le guardie armate e il cemento questa volta non hanno potuto e non hanno più voluto arginare quel fiume di persone che, come una piena gioiosa e benefica, ha travolto i 28 (ventotto) anni di quell’assurdo confine tra fratelli e sorelle tedeschi. Quel fiume impetuoso di uomini e donne, ingrossato dalla voglia di pace e libertà, ha distrutto e superato gli argini della storia, è straripato e ha cambiato il suo corso con la distruzione di una divisione imposta da uomini di un’altra epoca, accecati dall’odio e della paura.

  In una sola notte i Berlinesi hanno riscritto il loro destino e quello del mondo. Il loro muro era ancora lì silenzioso e possente, mentre la folla festosa lo attraversava come una spada, ma era ormai crollato perché l’idea che rappresentava era ormai andata in frantumi, sbriciolata dalla potenza della storia, sotto i colpi implacabili di altre idee di un nuovo mondo.   

  Dall’altra parte del muro i Berlinesi dell’Est hanno trovato i loro fratelli e le loro sorelle, ad abbracciarli e a fare festa insieme, per celebrare la fine di un incubo iniziato nel momento più oscuro della storia dell’umanità. Quella lunga ferita di calcestruzzo che attraversava la città, il cuore dei tedeschi e del mondo intero era finalmente chiusa e poteva guarire.

  Il muro era nato dalle divisioni di uomini che credevano di risolvere i problemi della guerra con la creazione di due mondi separati. Ma la barriera era finalmente caduta e la nostra civiltà aveva di nuovo un’opportunità di pace per provare ad essere unita nella fratellanza dei popoli.

  Dopo quella lunga tragedia il mondo sembrava andare nella giusta direzione e per molto tempo abbiamo creduto di essere cambiati. Abbiamo sperato di riuscire a superare le divisioni e di aver iniziato una nuova era fatta di pace tra i popoli. Sono passati 31 ( trentuno ) anni da quella notte e purtroppo altri muri sono stati costruiti, nuove divisioni sono arrivate e molto spesso la pace viene minacciata in ogni parte del mondo.

  Il mondo di oggi sembra diviso come un tempo ma speriamo  che il ricordo di quella notte e della gioia dei berlinesi, il ricordo della loro voglia di abbracciarsi non ci faccia mai dimenticare quella lezione della storia. Speriamo che ancora una volta la voglia di pace e unità possa sbriciolare i muri che separano ancora oggi molti esseri umani.