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La Divina Commedia
Paradiso
Le preposizioni
Il Paradiso è la terza e ultima cantica Divina Commedia, il favoloso poema di Dante Alighieri. Nella sua Epistola XIII il Sommo Poeta dedica esplicitamente questa fondamentale parte della sua famosa opera mecenate Cangrande della Scala, forse in segno di riconoscimento il suo aiuto, la sua protezione e la sua sincera amicizia. Il Paradiso è l’ultima tappa viaggio di Dante nell’aldilà, la parte finale del lungo cammino di purificazione che lo conduce finalmente alla presenza di Dio. La cantica è divisa in 33 (tranta tre) canti esattamente come il Purgatorio, uno in meno all’Inferno in cui è presente il Proemio, canto introduzione all’opera.
Il Regno dei Cieli è un luogo spirituale, etereo, immateriale, differenza dell’Inferno che è invece un luogo reale presente sulla Terra. Il Paradiso è costituito da nove sfere, o cieli, in cui regna l’eterna beatitudine per le anime piene grazia che contemplano Dio. Le prime sette sfere hanno lo stesso nome di corpi celesti del nostro sistema solare e sono : Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno. Gli ultimi due cieli, invece, sono la Sfera delle stelle fisse e il Primo mobile. Tutto le nove sfere celesti sono racchiuse nell’Empireo .
Il Paradiso è popolato di beati ma anche di Angeli, esseri spirituali che servono Dio e possono anche assistere gli uomini nella loro vita terrena. Queste entità sono divise tre gruppi diversi chiamate Sfere, secondo una precisa Gerarchia Celeste. Ogni sfera contiene a sua volta tre ordini o cori angelici. In totale esistono nove cori angelici, uno per ogni cielo dell’Empireo . Il primo gruppo, più vicino a Dio, è quello della Prima gerarchia e contiene Serafini, Cherubini e Troni. La Seconda Gerarchia è composta dalle Dominazioni, dalle Virtù e dalle Potestà. Nell’ultima Gerarchia, quella più vicina piano terreno, troviamo Principati, Arcangeli e Angeli.
In questo regno il Sommo Poeta attraversa i cieli l’aiuto di una nuova guida. Il grande Virgilio purtroppo non può entrare in Paradiso e per questo è costretto interrompere il viaggio alla fine del Purgatorio. Nell’Eden, però, Dante incontra finalmente l’amata Beatrice ed è lei a prendere il posto del Vate nel viaggio attraverso le Sfere Celesti. La musa del Poeta, infatti, diventa la sua nuova accompagnatrice e lo conduce scoperta di questo terzo incredibile regno. Durante l’ascesa nei cieli la luminosità aumenta e il sorriso di Beatrice diviene sempre più splendente.
In Paradiso tutti i beati sono dentro l’Empireo, nella Candida Rosa, e da qui passano l’eternità nella contemplazione di Dio. Come altri regni, anche qui il Sommo ha l’occasione di incontrare alcune anime. Durante il suo cammino, infatti, spesso si ferma a parlare gli spiriti di personaggi storici importanti e affronta insieme loro importati questioni filosofiche e teologiche. Le anime citate in tutta la cantica sono tantissime ma alcune figure storiche e religiose più importanti sono certamente l’imperatore romano Giustiniano, San Tommaso d’Aquino, San Pietro e San Bernardo.
Nella parte finale del viaggio, però, è necessario l’aiuto un’altra guida. questa ragione San Bernardo di Chiaravalle si unisce al Poeta e alla sua musa nel canto XXXI . I tre personaggi affrontano insieme l’ultima parte del viaggio ma a un certo punto Beatrice è costretta a lasciare Dante e il santo perchè non può arrivare fino incontro con l’Onnipotente. Per arrivare alla presenza dell’Altissimo, però, è necessario l’aiuto della Madonna. San Bernardo, infatti, chiede a lei di ottenere il permesso divino di elevare il Sommo Poeta fino alla visione finale di Dio. La vergine concede questa grazia, l’incontro avviene ma dura solo un istante. realtà Dante conserva solo un brevissimo ricordo dell’esperienza. Il Poeta ricorda l’accecante luce divina in cui non può riconoscere nessuna immagine distinta. Piano piano la sua vista si abitua e riesce a vedere più chiaramente tre forme. Il mistero della Trinità rimane nella memoria di Dante e nel suo ricordo è composta da tre cerchi di colore diverso ma di dimensioni perfettamente uguali.
Dopo il ricordo della folgorante visione finale di Dio si chiude il Paradiso e l’intera Divina Commedia. Il capolavoro Dante, infine, termina, come le precedenti cantiche, con la parola stelle e si chiude con questo verso immortale :
L’amor che move il sole e l’altre stelle
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